Uno degli aspetti più importanti
del buddismo di Nichiren Daishonin è il concetto che i desideri sono
illuminazione. Quando un principiante inizia a praticare viene incoraggiato a
recitare per la realizzazione dei suoi desideri. Questa parte mi è sempre stata
molto difficile da capire, perché non riuscivo a capire il legame che c’è tra
l’essere felici qui e ora con il pensare al futuro, cioè alla soddisfazione dei
propri desideri. Mi sembravano in contraddizione. Ma la mia domanda era
legittima: come si fa ad essere felici nel qui e ora, se non hai niente, se non
riesci a soddisfare almeno una parte dei tuoi desideri: avere una casa, una
famiglia, godere di buona salute, vedere i tuoi amici, la tua donna, i tuoi
familiari stare bene. Quando chiedevo alle persone più esperte , che da più
anni praticavano, tutti mi rispondevano che recitare per la realizzazione dei
propri desideri serve per far affiorare la natura di Buddha che è insita dentro
di noi. Questa risposta non mi ha mai soddisfatto pienamente, e io sono uno che
cerca sempre di capire, anche se spesso mi scontro con il voler razionalizzare
qualcosa di insondabile e ciò mi crea turbamento e confusione. Ma non mollo
finché non riesco ad avere le mie risposte. Oggi credo di averla trovata.
La recitazione per i propri
desideri serve per capire quali sono gli ostacoli, sotto forma di paure o di
karma o altro, che impedisce che questi vengano realizzati. E quando capisci
(affiora quindi la tua natura di Buddha), hai l’illuminazione: non importa che
questi vengano realizzati, perché comprendi quali sono le tue paure , i tuoi
retaggi psicologici che ti impediscono di raggiungerli. E incredibilmente il
comprendere ti fa già essere felice nel qui e ora. Ed è proprio quello che
attualmente mi sta capitando, e io oggi non riesco a descrivere la gioia che
sto provando in questo momento.