Ci vuole molto coraggio a perdonare gli altri, non è un automatismo naturale. Non basta dire: "okey, ti perdono". Spesso occorre guardarsi dentro, capire la propria sofferenza ma non nascondo che chi ci riesce ha dei benefici incredibili nella propria vita.
Dimenticare le offese, non portando rancore agli altri significa soprattutto perdonare se stessi per gli errori, che inevitabilmente abbiamo fatto, facciamo e faremo. Un azione, parola, pensiero sbagliato è solo un esperienza che la nostra vita ha voluto fare per imparare.
Vi faccio un esempio: supponiamo che una persona abbia in passato rubato. Per me questa persona non è una ladra, lo è stata. C'è una bella differenza. Oggi questa potrebbe avere capito che rubare è sbagliato più di quanto lo pensi io (io potrei non rubare perché ho paura delle conseguenze, di essere scoperto, non perché ho capito che l'azione del rubare sia sbagliata).
Inoltre l'atto stesso del perdonare permette anche di comprendere il meccanismo della mente umana. Qualche anno fa uscivo con una ragazza ma che contemporaneamente frequentava un altro. Solo dopo parecchie settimane sono venuto a conoscenza di ciò. La prima reazione è stata di rabbia, di collera: come poteva avere tradito la mia fiducia?
Ho recitato "nam myho renge kyo", mi sono calmato, e quando mi sentivo pronto ho affrontato l'argomento con lei. All'inizio ha negato tutto ma poi di fronte all'evidenza lo ha ammesso piangendo. E' stata un esperienza incredibile, perché è emersa tutta la sua paura di buttarsi completamente in un unica sola storia. Aveva paura di non avere poi alternative se le cose non sarebbero funzionate. Era come una sorta di protezione che la sua mente stava imponendo a se stessa.
Ha capito che non era il modo giusto per affrontare la vita, e nonostante poi le cose tra di noi non hanno funzionato per altri motivi, oggi so che il perdonarla è stata la cosa giusta per me e per lei.
