giovedì 19 marzo 2015

FERITA


Quando ero bambino abitavo in aperta campagna, e andavo a giocare spesso nei campi: a pallone, a nascondino, a “chiapparello”. Quando tornavo a casa, mia mamma mi sgridava sempre, perché non solo ero sporco ma spesso sanguinavo da tutte le parti. Avevo i ginocchi scorticati, braccia graffiate  e sempre pieno di sangue.
Ho una soglia del dolore molto alta, per questo non ho mai usato cerotti e non ho quasi mai messo dell’alcool sulle ferite, ma ho sempre fatto in modo che la ferita si rimarginasse da sola. E funzionava!!!
Credo che la stessa cosa dobbiamo fare con le nostre ferite interiori. Riprendendo il post di ieri sottolineo che "Dentro di te c'è una ferita; puoi tentare di coprirla, ma esiste! E se tu mi comprendi, scopri la ferita. Solo se la scopri potrà essere guarita. Lascia che il sole e il vento la curino. Portala alla luce! "
Solo cosi possiamo guarire, non nascondendo le nostre paure, i nostri sensi di colpa, i nostri rimorsi... Solo aprendoci interamente, guardando dentro di noi, e osservando, meditando, possiamo trasformare noi stessi e il nostro veleno in medicina.