(Vi prego di sospendere per un po’ il giudizio e di aprirvi -anche solo per questo post- a delle possibilità insolite.)
In questo periodo ho veramente un ottimo stato vitale, e mi stanno capitando cose veramente disarmanti. Dopo l’esperienza descritta una settimana fa nel post “Cambiamento”, ho provato nuovamente a riafferrare uno stato di consapevolezza totale.
Onestamente avevo un po’ di paura, ma la vita è fatta di sfide e non voglio tirarmi indietro. Sono partito dalla meditazione del respiro, che insegnava anche Buddha, cioè quello di osservare i 4 stadi di respirazione: inspirazione, pausa, espirazione, pausa. Ho focalizzato l’attenzione solo su questi passaggi e dopo qualche decina di minuti sono riuscito a raggiungere uno stato profondo di rilassamento. Ho iniziato cosi ad osservare i miei pensieri, senza giudizio e senza cercare di fermarli.
Non mi ero mai reso conto di quanta “spazzatura” circoli nella nostra testa. Una parte della mia mente canticchiava una canzone, una parte riviveva un’esperienza del passato e una parte pianificava le attività di domani. In nessun caso la mia mente stava guardando il presente.
Continuando ad osservare e cadendo in uno stato di meditazione più profondo mi sono apparse alcune scene particolari, immagini di vite passate che avevo vissuto o che comunque credo di aver vissuto.
Mi è apparsa l’immagine di me in cui ero un soldato di secessione nella battaglia nord contro sud e avevo lasciato la mia famiglia, li avevo abbandonati e sapevo che non sarei più tornato.
In un'altra scena, ero un pellerossa, vivevo vicino a un fiume e avevo permesso a mia figlia piccola di giocarci vicino, ma non prestandole attenzione, era cascata dentro il fiume e affogata.
In un’altra immagine ero stato una delle tante cortigiane giapponesi in un palazzo imperiale, Ero in punta di morte e stavo ripassando velocemente la mia vita vissuta in maniera allegra e dissoluta (per dire la verità sentivo che quella vita mi era piaciuta ma era stata vissuta senza freni).
In tutte queste scene, molto vivide e ricche di dettagli, riconoscevo tante persone (dagli occhi) che fanno o che hanno fatto parte della mia esistenza attuale. Ad alcune gliel'ho già detto e si sono commosse e riconosciute in certi "atteggiamenti".
Appena uscito da questa trance, sono andato a rileggere alcuni appunti che avevo preso del dottor Brian Weiss, esperto di reincarnazione. Lui sostiene che in particolari momenti, di trance profonda, è possibile che riaffiorino alcuni segmenti delle nostre vite passate e che uno degli aspetti che distingue il sogno dal ricordo, è che il ricordo stesso ti dona una tranquillità e serenità (cosa che io ho avuto dopo questa esperienza)e ti fa percepire il perché di alcune inclinazioni e risultati nella nostra vita. Il sogno è il riflesso del tuo inconscio ma non dà inizio al processo di guarigione cosa che invece fa la rievocazione del passato (la guarigione ha inizio con uno stato di pace, tranquillità, consapevolezza).
Ho fatto poi alcune riflessioni importanti:
- Odio le armi, sono obiettore di coscienza;
- Mi sono sempre interessato al modo di vivere che avevano gli indiani d’America;
- In questa esistenza spesso mi attacco alle persone, ho sempre paura di abbandonarle e che il mio aiuto non è mai sufficiente e che potrei fare di più (e stranamente molte persone mi hanno sempre detto che tanto le avrei abbandonate). Ad oggi trascorsi solo pochi giorni da questa esperienza mi accorgo che il mio attaccamento è molto diminuito;
- Sono attratto in maniera quasi uguale, da una vita vissuta all'insegna della semplicità, immerso nella natura e al contempo da una vissuta in maniera smodata, molto libertina (anche se ho sempre avuto paura di non sapermi controllare). Ora mi accorgo che non c'è nulla di sbagliato nel vivere in abbondanza. Siamo unione di mente, corpo, spirito e ogni aspetto della vita ha la sua importanza. e bisogna consapevolmente comprendere, non rifiutare, i nostri desideri sia fisici, mentali e spirituali. L'importante è il controllo, la via di mezzo. Ancor di più comprendo il perché nel buddismo di Daishonin, recitando per i propri e altrui desideri davanti al Gohonzon (definito come "l'oggetto di culto per osservare la propria mente") si ottiene l'illuminazione portando gioia nella vostra vita e riuscendo ad eliminare gli attaccamenti.
Infine vi lascio un ultima riflessione.
Chi prende le decisioni nella nostra vita? Siamo effettivamente liberi di pensare, agire o piuttosto non facciamo altro che reiterare le stesse azioni, gli stessi pensieri (paura, senso di colpa) del passato che consciamente o inconsciamente abbiamo assorbito nel corso delle nostre esistenze?
Queste “abitudini” ci costringono a fare sempre certe cose e quindi ne siamo vittima (karma): ripetiamo sempre le stesse azioni (con conseguenza gli stessi risultati) che alla fine diventano sempre più potenti. In maniera inconsapevole ne diventiamo schiavi .
Dovremmo osservare di più quello che è il presente nella nostra vita: se ad oggi non abbiamo i soldi, il lavoro che vogliamo, la relazione giusta, è perché mettiamo sempre le stesse cause nella nostra vita, e le decisioni che prendiamo alla fine sono sempre le stesse …
Dobbiamo recidere il vecchio, il passato, capire che tutto cambia, noi, gli altri, l'ambiente. Non dobbiamo pensare che eliminando quel legame, quel lavoro, quella situazione familiare, le cose cambieranno. Crediamo che siano gli altri a sbagliare, in realtà siamo noi ad averli attratti nella nostra vita.
Capiamo il perché, partiamo consapevolmente da noi stessi.
Con questo non voglio dissuadervi a rompere quel legame, a cambiare quel lavoro. Anzi, se ora sentite di volere fare cosi, fatelo! Fatelo liberamente! Solo con la comprensione dell'esperienza è possibile veramente attuare la vostra rivoluzione umana. Come è successo con me, che sono di un testardo ....
Con questo non voglio dissuadervi a rompere quel legame, a cambiare quel lavoro. Anzi, se ora sentite di volere fare cosi, fatelo! Fatelo liberamente! Solo con la comprensione dell'esperienza è possibile veramente attuare la vostra rivoluzione umana. Come è successo con me, che sono di un testardo ....






