lunedì 28 dicembre 2015

VITE PASSATE


(Vi prego di sospendere per un po’ il giudizio e di aprirvi -anche solo per questo post- a delle possibilità insolite.)

In questo periodo ho veramente un ottimo stato vitale, e mi stanno capitando cose veramente disarmanti. Dopo l’esperienza descritta una settimana fa nel post “Cambiamento”, ho provato nuovamente a riafferrare uno stato di consapevolezza totale. 
Onestamente avevo un po’ di paura, ma la vita è fatta di sfide e non voglio tirarmi indietro. Sono partito dalla meditazione del respiro, che insegnava anche Buddha, cioè quello di osservare i 4 stadi di respirazione: inspirazione, pausa, espirazione, pausa. Ho focalizzato l’attenzione solo su questi passaggi e dopo qualche decina di minuti sono riuscito a raggiungere uno stato profondo di rilassamento. Ho iniziato cosi ad osservare i miei pensieri, senza giudizio e senza cercare di fermarli. 

Non mi ero mai reso conto di quanta “spazzatura” circoli nella nostra testa. Una parte della mia mente canticchiava una canzone, una parte riviveva un’esperienza del passato e una parte pianificava le attività di domani. In nessun caso la mia mente stava guardando il presente. 

Continuando ad osservare e cadendo in uno stato di meditazione più profondo mi sono apparse alcune scene particolari, immagini di vite passate che avevo vissuto o che comunque credo di aver vissuto. 

Mi è apparsa l’immagine di me in cui ero un soldato di secessione nella battaglia nord contro sud e avevo lasciato la mia famiglia, li avevo abbandonati e sapevo che non sarei più tornato. 
In un'altra scena, ero un pellerossa, vivevo vicino a un fiume e avevo permesso a mia figlia piccola di giocarci vicino, ma non prestandole attenzione, era cascata dentro il fiume e affogata. 
In un’altra immagine ero stato una delle tante cortigiane giapponesi in un palazzo imperiale, Ero in punta di morte e stavo ripassando velocemente la mia vita vissuta in maniera allegra e dissoluta (per dire la verità sentivo che quella vita mi era piaciuta ma era stata vissuta senza freni). 
In tutte queste scene, molto vivide e ricche di dettagli, riconoscevo tante persone (dagli occhi) che fanno o che hanno fatto parte della mia esistenza attuale. Ad alcune gliel'ho già detto e si sono commosse e riconosciute in certi "atteggiamenti".

Appena uscito da questa trance, sono andato a rileggere alcuni appunti che avevo preso del dottor Brian Weiss, esperto di reincarnazione. Lui sostiene che in particolari momenti, di trance profonda, è possibile che riaffiorino alcuni segmenti delle nostre vite passate e che uno degli aspetti che distingue il sogno dal ricordo, è che il ricordo stesso ti dona una tranquillità e serenità (cosa che io ho avuto dopo questa esperienza)e ti fa percepire il perché di alcune inclinazioni e risultati nella nostra vita. Il sogno è il riflesso del tuo inconscio ma non dà inizio al processo di guarigione cosa che invece fa la rievocazione del passato (la guarigione ha inizio con uno stato di pace, tranquillità, consapevolezza).

Ho fatto poi alcune riflessioni importanti:
- Odio le armi, sono obiettore di coscienza; 
- Mi sono sempre interessato al modo di vivere che avevano gli indiani d’America; 
- In questa esistenza spesso mi attacco alle persone, ho sempre paura di abbandonarle e che il mio aiuto non è mai sufficiente e che potrei fare di più (e stranamente molte persone mi hanno sempre detto che tanto le avrei abbandonate). Ad oggi trascorsi solo pochi giorni da questa esperienza mi accorgo che il mio attaccamento è molto diminuito;
- Sono attratto in maniera quasi uguale, da una vita vissuta all'insegna della semplicità, immerso nella natura e al contempo da una vissuta in maniera smodata, molto libertina (anche se ho sempre avuto paura di non sapermi controllare). Ora mi accorgo che non c'è nulla di sbagliato nel vivere in abbondanza. Siamo unione di mente, corpo, spirito e ogni aspetto della vita ha la sua importanza. e bisogna consapevolmente comprendere, non rifiutare, i nostri desideri sia fisici, mentali e spirituali. L'importante è il controllo, la via di mezzo. Ancor di più comprendo il perché nel buddismo di Daishonin, recitando per i propri e altrui desideri davanti al Gohonzon (definito come "l'oggetto di culto per osservare la propria mente") si ottiene l'illuminazione portando gioia nella vostra vita e riuscendo ad eliminare gli attaccamenti.

Infine vi lascio un ultima riflessione.
Chi prende le decisioni nella nostra vita? Siamo effettivamente liberi di pensare, agire o piuttosto non facciamo altro che reiterare le stesse azioni, gli stessi pensieri (paura, senso di colpa) del passato che consciamente o inconsciamente abbiamo assorbito nel corso delle nostre esistenze?
Queste “abitudini” ci costringono a fare sempre certe cose e quindi ne siamo vittima (karma): ripetiamo sempre le stesse azioni (con conseguenza gli stessi risultati) che alla fine diventano sempre più potenti. In maniera inconsapevole ne diventiamo schiavi . 
Dovremmo osservare di più quello che è il presente nella nostra vita: se ad oggi non abbiamo i soldi, il lavoro che vogliamo, la relazione giusta, è perché mettiamo sempre le stesse cause nella nostra vita, e le decisioni che prendiamo alla fine sono sempre le stesse
Dobbiamo recidere il vecchio, il passato, capire che tutto cambia, noi, gli altri, l'ambiente. Non dobbiamo pensare che eliminando quel legame, quel lavoro, quella situazione familiare, le cose cambieranno. Crediamo che siano gli altri a sbagliare, in realtà siamo noi ad averli attratti nella nostra vita. 
Capiamo il perché, partiamo consapevolmente da noi stessi.
Con questo non voglio dissuadervi a rompere quel legame, a cambiare quel lavoro. Anzi, se ora sentite di volere fare cosi, fatelo! Fatelo liberamente! Solo con la comprensione dell'esperienza è possibile veramente attuare la vostra rivoluzione umana. Come è successo con me, che sono di un testardo ....

giovedì 24 dicembre 2015

BUON NATALE



Dedicato a …

A chi non possiede più una casa e piange la sua famiglia;
A chi non ha nessun posto dove andare, nessuno da abbracciare e nessuno con cui parlare;
A chi vorrebbe essere felice, ma non riesce più a riconoscere la felicità;
A chi vorrebbe correre ma non può;
A chi un Natale non ce l'ha e lo vorrebbe;
A chi non ha più sogni e vive solo di speranze;
A chi ha ancora il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni;
A chi si alza , cade, si rialza e sa che non è finita finché avrà la forza di rialzarsi;
A chi sbaglia e sbaglia ancora ma ha ancora la forza di chiedere perdono;
A chi ha perso il treno giusto e la vita non gli ha concesso una seconda possibilità;
A chi ha ancora il coraggio di dare una seconda possibilità;
A chi crede in sé e non dimentica di credere negli altri;
A chi sa amare ma ha dimenticato come dimostrarlo;

A tutti voi dedico un pensiero di Ikeda

“Qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo, sboccerai. Prima di allora una lunga e fredda notte potrà passare. Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento. Perciò sii paziente verso quanto ti accade e curati e amati senza paragonarti o voler essere un altro fiore, perché non esiste fiore migliore di quello che si apre nella pienezza di ciò che è. E quando ciò accadrà, potrai scoprire che andavi sognando di essere un fiore che aveva da fiorire.”


Buon Natale

domenica 20 dicembre 2015

CAMBIAMENTO


Ci sono dei momenti nella vita in cui tutto sembra fermo: il rapporto con il proprio lavoro, la propria vita sentimentale, il rapporto con se stessi.... E altri momenti in cui tutto sembra andare a una velocità sorprendente, sfidando le leggi della fisica di Einstein.
Io in questo periodo sono in uno di questi. 
Nei giorni passati ho provato, appena sveglio, ad afferrare anche la più piccola consapevolezza di un qualunque gesto (come preparare il caffè) e di tentare di portarla con me per tutto il giorno e dopo diversi giorni di pratica assidua ho sperimentato una cosa straordinaria. 
Di ritorno dal lavoro, mentre guidavo, sono stato catapultato in un stato di estasi più totale, ed ho afferrato anche se solo per poco tempo, quello che vuol dire tremila regni in un singolo istante di vita. Non sono molto bravo con le parole per poter descrivere questa sensazione, ma era unica.
Sono stato proiettato in spazio non spazio, in un tempo non tempo, in cui tutto sembrava immobile e dinamico contemporaneamente. Una sensazione piacevolissima ma che una volta finita mi ha creato interiormente un forte turbamento (un terrore allucinante).
Mi sono interrogato, ho cercato di scavare dentro di me, per trovare le radici di questo profondo malessere e ho avuto questa risposta. In quegli attimi di estasi in cui mi sentivo parte del tutto (come una goccia d'acqua può sentirsi parte dell'oceano), il mio essere non esisteva più, ero un uomo non uomo, ero in presenza di un vuoto totale: mentale, fisico, .... e avevo perso la mia identità. E sparendo il mio Ego, si erano dissolte le mie preoccupazioni, i miei desideri, il mio input a muovermi, ero frastornato e mancavo di una guida. 
Nei giorni seguenti, una parte di me voleva rivivere quella stupenda sensazione, e una parte di me in maniera molto feroce mi ostacolava. Mi accorgevo che avevo un'ossessione allucinante per ogni aspetto della vita (lavoro, affetto, cibo...). Mi sentivo come trainato in due direzioni opposte. Platone nel mito del carro e dell'auriga lo descrive perfettamente. La biga (che trasporta l'auriga, la propria "anima") è trainata da una coppia di cavalli, uno bianco e uno nero: quello bianco raffigura la parte dell'anima dotata di sentimenti di carattere spirituale, e si dirige verso l'Iperuranio; quello nero raffigura la parte dell'anima concupiscibile e si dirige verso il mondo sensibile.
Una parte di me (il mio Ego) stava combattendo con tutte le sue forze per non morire. Mi sembra cosi assurdo solo il pensarlo. 
Per fortuna che nella nostra pratica abbiamo il Gohonzon e Nam Myoho Renge Kyo che ci permette di lucidare la nostra vita e infonderci il coraggio, lo stato vitale e la saggezza per comprendere.
Mi sono documentato e la mia ricerca è caduta sul concetto dei tre ostacoli e quattro demoni e in particolar modo su bonno-ma, il demone dei desideri terreni che sorgono dai tre veleni: avidità, collera e stupidità.
Volevo a questo punto capire quali sono gli strumenti che posso avere a disposizione per non cadere preda del mio bonno-ma e ho trovato questa citazione di Osho:
"Hai tentato di non andare in collera, molte volte hai deciso di non arrabbiarti più, eppure ciò accade continuamente. Hai tentato di non essere avido, ma cadi continuamente nella stessa trappola. Hai fatto di tutto per cambiare te stesso, ma non sembra sia mai avvenuto alcun mutamento: tu resti sempre lo stesso. 
Ed ecco che io dico che esiste una chiave semplicissima: la consapevolezza"
Alla luce di questo, sto comprendendo cosa mi è capitato fino ad oggi: nei rapporti di lavoro, nei rapporti familiari, sentimentali .... e soprattutto ora in questo momento critico per la mia coscienza. 
La recitazione di Nam Myoho Renge Kyo di per sé non basta, occorre vivere in maniera consapevole e responsabile la propria vita, accettando e comprendendo che la tua parte oscura fa parte (e farà parte sempre) di te.
Mi sembra di aver perso inutilmente anni di pratica buddista, di meditazione, di recitazione, ma so che nella vita le cose arrivano sempre nei momenti giusti per te. Bisogna solo attendere e la sofferenza creata a te a agli altri diventerà solo un flebile ricordo e un insegnamento per il futuro.


CANCELLARE

A volte rileggendo qualche post vecchio, mi viene da sorridere e mi accorgo di essere stato molto superficiale ad avere esaminato alcuni aspetti della mia vita e dell'ambiente (mi verrebbe voglia di cancellare, modificare...). Tale comprensione però mi ha fatto capire che uno dei motivi principali per cui scrivo è quello di vedere, comprendere lo stato di sviluppo del mio essere consapevole. Per questo motivo ho deciso di non cancellare, modificare nessun post.

venerdì 18 dicembre 2015

LETTERA A BABBO NATALE




Mi ricordo quando ero bambino, ogni anno i primi giorni del mese di Dicembre mi divertivo insieme a miei fratelli a scrivere la lettera a Babbo Natale. Io chiedevo quasi sempre un trattore, mia sorella una bambola e mio fratello un pallone. Ero malato di trattori, mi piaceva un mondo mettermi fuori nel giardino e giocare con la sabbia, (a mia mamma meno perché tornavo a casa sempre sporco!!!)
Per me è stato un trauma (come penso per molti bambini) quando ho scoperto che Babbo Natale  non esisteva ed in realtà erano i miei genitori.
Avevo più o meno 7 anni e in quel Natale avevo chiesto una bicicletta nuova, non ne avevo mai avuto una tutta mia (i miei genitori mi passavano sempre le cose usate di mio fratello più grande).
Un pomeriggio di dicembre tornai a casa prima del solito, non avevo più voglia di giocare e trovai mio babbo che stava nascondendo i regali tra cui il mio (la bicicletta) nel garage. Capii subito. Ero contento però anche un po triste: Babbo Natale non esisteva!!! E dire che noi gli preparavamo sempre un po di panettone per quando ci veniva a trovare!!!

Sono passati molti anni da allora e io vorrei oggi tornare un po bambino ....

Caro Babbo Natale,
nelle ultime settimane ho fatto azioni sbagliate e scritto parole ancora peggiori. 
Vorrei in sequenza:
- che non fosse mai successo;
- avere qualche giorno a settimana per rimediare;
- avere un giorno a settimana per rimediare;
- avere un giorno al mese per rimediare;
- avere un giorno all'anno per rimediare;
- se proprio non puoi esaudire le richieste precedenti, fammi diventare un gattino (anzi una gattina), forse sono ancora in tempo.....

sabato 12 dicembre 2015

10 MONDI

I Dieci mondi è una dottrina buddhista mahāyāna cinese, originatasi all'interno della scuola Tiāntái.
Essa sostiene che in ogni essere senziente sono insiti dieci stati che si manifestano in tutti gli aspetti dell’esistenza.
Ognuno li possiede potenzialmente tutti e dieci, e in ogni momento l'essere vivente può passare da uno stato all'altro.
Essi sono:
Inferno. È la condizione di sofferenza e disperazione in cui abbiamo la percezione di non essere liberi di agire; è caratterizzata dall'impulso di distruggere noi stessi e tutto ciò che ci circonda.
Avidità. L’avidità è la condizione in cui ci sentiamo dominati da un insaziabile e incontrollabile desiderio di denaro, potere, posizione sociale o di qualunque altra cosa.
Animalità. In questo stato, siamo governati dall'istinto. Non abbiamo freni né la capacità di elaborare pensieri a lunga scadenza. Nel mondo dell’Animalità, si agisce secondo la legge della giungla, per così dire: senza esitare ad approfittare di quelli più deboli di noi e ad adulare quelli più forti.
Collera. In questo stato emerge la consapevolezza dell’io, ma è un io egoista, avido, stravolto, determinato a superare gli altri a tutti i costi e a considerare tutto come una potenziale minaccia per se stesso. In questo stato si tende a dare valore solo a noi stessi e tendiamo a disprezzare gli altri. Siamo fortemente attaccati all’idea della nostra stessa superiorità e non si ammette che qualcuno ci superi in qualcosa.
Umanità (definita anche Tranquillità). È una condizione vitale piatta dalla quale si scivola con facilità negli altri quattro mondi più bassi. Se in genere in questo stato ci comportiamo in modo umano, rimaniamo estremamente vulnerabili alle forti influenze esterne.
Paradiso (o Estasi). Questo è uno stato di gioia intensa derivante ad esempio dalla realizzazione di un desiderio, da una sensazione di benessere fisico, o da una intima soddisfazione. Anche se intensa, la gioia sperimentata in questo stato ha vita breve ed è anche vulnerabile alle influenze esterne.
Studio. In questo stato, cerchiamo la verità attraverso gli insegnamenti o le esperienze degli altri.
Illuminazione Parziale o Realizzazione. Questo stato è simile allo Studio, tranne per il fatto che cerchiamo la verità non attraverso gli insegnamenti di altri, ma attraverso la nostra stessa percezione diretta del mondo.
Bodhisattva. I Bodhisattva sono coloro che aspirano a ottenere l’illuminazione e nello stesso tempo sono altrettanto determinate a mettere tutti gli altri esseri in grado di fare la stessa cosa. Consapevoli dei legami che ci uniscono a tutti gli altri, in questo stato ci rendiamo conto che qualunque felicità proviamo da soli è incompleta, e ci dedichiamo ad alleviare le sofferenze degli altri. Chi si trova in questo stato trova la maggiore soddisfazione in un comportamento altruistico.
Buddità. La Buddità è uno stato dinamico difficile da descrivere. Possiamo parzialmente descriverlo come uno stato di libertà perfetta, in cui siamo illuminati alla verità ultima della vita. È caratterizzato da una compassione infinita e da una saggezza sconfinata. In questo stato, possiamo trasformare armoniosamente ciò che dal punto di vista dei nove mondi appare come una contraddizione insolubile.

Il concetto buddista dei 10 mondi può essere facilmente verificato e sperimentato nella propria vita.

Supponiamo che incontrate una uomo e di instaurare un bel legame. Vi accorgete di avere tanti interessi in comune e anche il modo con cui vi siete conosciuti non vi sembra casuale, ma anzi quasi predestinato.  
In questi momenti voi siete nel mondo di paradiso e vi sembra tutto cosi perfetto, allegro, felice dimenticandovi dei suoi desideri, dei suoi tempi, dei suoi spazi. Vi dite: come può finire? E' il destino che ci ha fatto incontrare... e ovviamente non prestate attenzione a niente, ma vivete in maniera irrazionale tutta la relazione.
Questo modo di comportarvi crea turbamento in lui ma voi dominati da aviditàanimalità e collera gli rispondete in maniera provocatoria (per non dire molto peggio) sancendo la fine del vostro rapporto.
Tale fine provoca in voi uno stato di abbandono, disperazione (inferno) , rabbia (collera) verso di Lui (come può arrestare il corso degli eventi) e rabbia (collera) verso di voi (perché ho agito in maniera cosi irrazionale e non consona a come sono). Nei giorni seguenti provate a rimediare, ma è inutile e la vostra rabbia (collera) sale ancora di più (perché non mi da un'altra possibilità, io non sono cosi, e sicuramente anche Lui avrà fatto degli errori nel passato).
Poi con il trascorrere dei giorni, metabolizzate quanto è successo e ritornate nel mondo di umanità, quello vostro caratteristico, poi riflettete sul suo comportamento e sulle sue parole (siete nel mondo di studio), e infine riflettete su cosa avete imparato da questa esperienza (siete nel mondo di illuminazione).
Una volta capito i vostri sbagli, vi fa male pensare a come lo avete fatta soffrire e vorreste rimediare (siete nel mondo di Bodhisattva). Vorreste poter tornare indietro, ma non è possibile. 
L'unica cosa che vi rimane è sperare in un una nuova possibilità.

In questa breve storia, che sarà capitata a migliaia di persone, sono racchiusi quasi tutti i mondi descritti precedentemente.

lunedì 7 dicembre 2015

TORNARE INDIERO


Nella vita di ogni persona può capitare che il tempo scorra troppo velocemente impedendogli di metabolizzare tutti le circostanze che gli accadono.
In questi momenti spesso le persone desidererebbe tornare indietro e non rifare ciò che hanno fatto, detto, scritto.
Questo è il mio momento. Ho detto cose di cui mi vergogno e anche se il motivo che mi ha spinto a farlo è di cercare di aiutare qualcuno (e me stesso), mi accorgo solo ora che ho fatto solo peggio. Mi accorgo di essere troppo impulsivo, poco razionale e di farmi spingere dall'emotività del momento, Il mio essere a volte troppo sincero, mi spinge a dire cose che poi ripensandoci non le penso veramente. Ma il gioco è fatto, non si può tornare indietro, e quello che rimane è un senso di vuoto e di confusione. Sono cosi cattivo? Malfidato? O che altro?
Io che sono buddista e che cerco sempre dentro di me di trovare le forze, l'energia, le motivazioni per cambiare me stesso, di fare la mia rivoluzione umana e di portare gioia, felicità nelle mia vita, mi accorgo che inevitabilmente non sempre ci riesco e anzi ottengo l'effetto contrario. Se solo riflettessi un po di più!!!
Oggi capisco che quelle che sono le mie paure, angosce, problemi, sono stati gettati addosso ad un'altra persona, mancando del senso profondo di responsabilità che noi tutti uomini dovremmo avere. E inoltre quello che mi fa più schifo, è che anche senza volerlo, ho fatto riferimento a fatti, cose , persone, del passato, come se avessero colpa loro....

Mi sembra quasi di aver voluto scendere, per forza e di forza, dal treno della mia felicità.