lunedì 28 dicembre 2015

VITE PASSATE


(Vi prego di sospendere per un po’ il giudizio e di aprirvi -anche solo per questo post- a delle possibilità insolite.)

In questo periodo ho veramente un ottimo stato vitale, e mi stanno capitando cose veramente disarmanti. Dopo l’esperienza descritta una settimana fa nel post “Cambiamento”, ho provato nuovamente a riafferrare uno stato di consapevolezza totale. 
Onestamente avevo un po’ di paura, ma la vita è fatta di sfide e non voglio tirarmi indietro. Sono partito dalla meditazione del respiro, che insegnava anche Buddha, cioè quello di osservare i 4 stadi di respirazione: inspirazione, pausa, espirazione, pausa. Ho focalizzato l’attenzione solo su questi passaggi e dopo qualche decina di minuti sono riuscito a raggiungere uno stato profondo di rilassamento. Ho iniziato cosi ad osservare i miei pensieri, senza giudizio e senza cercare di fermarli. 

Non mi ero mai reso conto di quanta “spazzatura” circoli nella nostra testa. Una parte della mia mente canticchiava una canzone, una parte riviveva un’esperienza del passato e una parte pianificava le attività di domani. In nessun caso la mia mente stava guardando il presente. 

Continuando ad osservare e cadendo in uno stato di meditazione più profondo mi sono apparse alcune scene particolari, immagini di vite passate che avevo vissuto o che comunque credo di aver vissuto. 

Mi è apparsa l’immagine di me in cui ero un soldato di secessione nella battaglia nord contro sud e avevo lasciato la mia famiglia, li avevo abbandonati e sapevo che non sarei più tornato. 
In un'altra scena, ero un pellerossa, vivevo vicino a un fiume e avevo permesso a mia figlia piccola di giocarci vicino, ma non prestandole attenzione, era cascata dentro il fiume e affogata. 
In un’altra immagine ero stato una delle tante cortigiane giapponesi in un palazzo imperiale, Ero in punta di morte e stavo ripassando velocemente la mia vita vissuta in maniera allegra e dissoluta (per dire la verità sentivo che quella vita mi era piaciuta ma era stata vissuta senza freni). 
In tutte queste scene, molto vivide e ricche di dettagli, riconoscevo tante persone (dagli occhi) che fanno o che hanno fatto parte della mia esistenza attuale. Ad alcune gliel'ho già detto e si sono commosse e riconosciute in certi "atteggiamenti".

Appena uscito da questa trance, sono andato a rileggere alcuni appunti che avevo preso del dottor Brian Weiss, esperto di reincarnazione. Lui sostiene che in particolari momenti, di trance profonda, è possibile che riaffiorino alcuni segmenti delle nostre vite passate e che uno degli aspetti che distingue il sogno dal ricordo, è che il ricordo stesso ti dona una tranquillità e serenità (cosa che io ho avuto dopo questa esperienza)e ti fa percepire il perché di alcune inclinazioni e risultati nella nostra vita. Il sogno è il riflesso del tuo inconscio ma non dà inizio al processo di guarigione cosa che invece fa la rievocazione del passato (la guarigione ha inizio con uno stato di pace, tranquillità, consapevolezza).

Ho fatto poi alcune riflessioni importanti:
- Odio le armi, sono obiettore di coscienza; 
- Mi sono sempre interessato al modo di vivere che avevano gli indiani d’America; 
- In questa esistenza spesso mi attacco alle persone, ho sempre paura di abbandonarle e che il mio aiuto non è mai sufficiente e che potrei fare di più (e stranamente molte persone mi hanno sempre detto che tanto le avrei abbandonate). Ad oggi trascorsi solo pochi giorni da questa esperienza mi accorgo che il mio attaccamento è molto diminuito;
- Sono attratto in maniera quasi uguale, da una vita vissuta all'insegna della semplicità, immerso nella natura e al contempo da una vissuta in maniera smodata, molto libertina (anche se ho sempre avuto paura di non sapermi controllare). Ora mi accorgo che non c'è nulla di sbagliato nel vivere in abbondanza. Siamo unione di mente, corpo, spirito e ogni aspetto della vita ha la sua importanza. e bisogna consapevolmente comprendere, non rifiutare, i nostri desideri sia fisici, mentali e spirituali. L'importante è il controllo, la via di mezzo. Ancor di più comprendo il perché nel buddismo di Daishonin, recitando per i propri e altrui desideri davanti al Gohonzon (definito come "l'oggetto di culto per osservare la propria mente") si ottiene l'illuminazione portando gioia nella vostra vita e riuscendo ad eliminare gli attaccamenti.

Infine vi lascio un ultima riflessione.
Chi prende le decisioni nella nostra vita? Siamo effettivamente liberi di pensare, agire o piuttosto non facciamo altro che reiterare le stesse azioni, gli stessi pensieri (paura, senso di colpa) del passato che consciamente o inconsciamente abbiamo assorbito nel corso delle nostre esistenze?
Queste “abitudini” ci costringono a fare sempre certe cose e quindi ne siamo vittima (karma): ripetiamo sempre le stesse azioni (con conseguenza gli stessi risultati) che alla fine diventano sempre più potenti. In maniera inconsapevole ne diventiamo schiavi . 
Dovremmo osservare di più quello che è il presente nella nostra vita: se ad oggi non abbiamo i soldi, il lavoro che vogliamo, la relazione giusta, è perché mettiamo sempre le stesse cause nella nostra vita, e le decisioni che prendiamo alla fine sono sempre le stesse
Dobbiamo recidere il vecchio, il passato, capire che tutto cambia, noi, gli altri, l'ambiente. Non dobbiamo pensare che eliminando quel legame, quel lavoro, quella situazione familiare, le cose cambieranno. Crediamo che siano gli altri a sbagliare, in realtà siamo noi ad averli attratti nella nostra vita. 
Capiamo il perché, partiamo consapevolmente da noi stessi.
Con questo non voglio dissuadervi a rompere quel legame, a cambiare quel lavoro. Anzi, se ora sentite di volere fare cosi, fatelo! Fatelo liberamente! Solo con la comprensione dell'esperienza è possibile veramente attuare la vostra rivoluzione umana. Come è successo con me, che sono di un testardo ....

giovedì 24 dicembre 2015

BUON NATALE



Dedicato a …

A chi non possiede più una casa e piange la sua famiglia;
A chi non ha nessun posto dove andare, nessuno da abbracciare e nessuno con cui parlare;
A chi vorrebbe essere felice, ma non riesce più a riconoscere la felicità;
A chi vorrebbe correre ma non può;
A chi un Natale non ce l'ha e lo vorrebbe;
A chi non ha più sogni e vive solo di speranze;
A chi ha ancora il coraggio di sognare e di correre il rischio di vivere i propri sogni;
A chi si alza , cade, si rialza e sa che non è finita finché avrà la forza di rialzarsi;
A chi sbaglia e sbaglia ancora ma ha ancora la forza di chiedere perdono;
A chi ha perso il treno giusto e la vita non gli ha concesso una seconda possibilità;
A chi ha ancora il coraggio di dare una seconda possibilità;
A chi crede in sé e non dimentica di credere negli altri;
A chi sa amare ma ha dimenticato come dimostrarlo;

A tutti voi dedico un pensiero di Ikeda

“Qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo, sboccerai. Prima di allora una lunga e fredda notte potrà passare. Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento. Perciò sii paziente verso quanto ti accade e curati e amati senza paragonarti o voler essere un altro fiore, perché non esiste fiore migliore di quello che si apre nella pienezza di ciò che è. E quando ciò accadrà, potrai scoprire che andavi sognando di essere un fiore che aveva da fiorire.”


Buon Natale

domenica 20 dicembre 2015

CAMBIAMENTO


Ci sono dei momenti nella vita in cui tutto sembra fermo: il rapporto con il proprio lavoro, la propria vita sentimentale, il rapporto con se stessi.... E altri momenti in cui tutto sembra andare a una velocità sorprendente, sfidando le leggi della fisica di Einstein.
Io in questo periodo sono in uno di questi. 
Nei giorni passati ho provato, appena sveglio, ad afferrare anche la più piccola consapevolezza di un qualunque gesto (come preparare il caffè) e di tentare di portarla con me per tutto il giorno e dopo diversi giorni di pratica assidua ho sperimentato una cosa straordinaria. 
Di ritorno dal lavoro, mentre guidavo, sono stato catapultato in un stato di estasi più totale, ed ho afferrato anche se solo per poco tempo, quello che vuol dire tremila regni in un singolo istante di vita. Non sono molto bravo con le parole per poter descrivere questa sensazione, ma era unica.
Sono stato proiettato in spazio non spazio, in un tempo non tempo, in cui tutto sembrava immobile e dinamico contemporaneamente. Una sensazione piacevolissima ma che una volta finita mi ha creato interiormente un forte turbamento (un terrore allucinante).
Mi sono interrogato, ho cercato di scavare dentro di me, per trovare le radici di questo profondo malessere e ho avuto questa risposta. In quegli attimi di estasi in cui mi sentivo parte del tutto (come una goccia d'acqua può sentirsi parte dell'oceano), il mio essere non esisteva più, ero un uomo non uomo, ero in presenza di un vuoto totale: mentale, fisico, .... e avevo perso la mia identità. E sparendo il mio Ego, si erano dissolte le mie preoccupazioni, i miei desideri, il mio input a muovermi, ero frastornato e mancavo di una guida. 
Nei giorni seguenti, una parte di me voleva rivivere quella stupenda sensazione, e una parte di me in maniera molto feroce mi ostacolava. Mi accorgevo che avevo un'ossessione allucinante per ogni aspetto della vita (lavoro, affetto, cibo...). Mi sentivo come trainato in due direzioni opposte. Platone nel mito del carro e dell'auriga lo descrive perfettamente. La biga (che trasporta l'auriga, la propria "anima") è trainata da una coppia di cavalli, uno bianco e uno nero: quello bianco raffigura la parte dell'anima dotata di sentimenti di carattere spirituale, e si dirige verso l'Iperuranio; quello nero raffigura la parte dell'anima concupiscibile e si dirige verso il mondo sensibile.
Una parte di me (il mio Ego) stava combattendo con tutte le sue forze per non morire. Mi sembra cosi assurdo solo il pensarlo. 
Per fortuna che nella nostra pratica abbiamo il Gohonzon e Nam Myoho Renge Kyo che ci permette di lucidare la nostra vita e infonderci il coraggio, lo stato vitale e la saggezza per comprendere.
Mi sono documentato e la mia ricerca è caduta sul concetto dei tre ostacoli e quattro demoni e in particolar modo su bonno-ma, il demone dei desideri terreni che sorgono dai tre veleni: avidità, collera e stupidità.
Volevo a questo punto capire quali sono gli strumenti che posso avere a disposizione per non cadere preda del mio bonno-ma e ho trovato questa citazione di Osho:
"Hai tentato di non andare in collera, molte volte hai deciso di non arrabbiarti più, eppure ciò accade continuamente. Hai tentato di non essere avido, ma cadi continuamente nella stessa trappola. Hai fatto di tutto per cambiare te stesso, ma non sembra sia mai avvenuto alcun mutamento: tu resti sempre lo stesso. 
Ed ecco che io dico che esiste una chiave semplicissima: la consapevolezza"
Alla luce di questo, sto comprendendo cosa mi è capitato fino ad oggi: nei rapporti di lavoro, nei rapporti familiari, sentimentali .... e soprattutto ora in questo momento critico per la mia coscienza. 
La recitazione di Nam Myoho Renge Kyo di per sé non basta, occorre vivere in maniera consapevole e responsabile la propria vita, accettando e comprendendo che la tua parte oscura fa parte (e farà parte sempre) di te.
Mi sembra di aver perso inutilmente anni di pratica buddista, di meditazione, di recitazione, ma so che nella vita le cose arrivano sempre nei momenti giusti per te. Bisogna solo attendere e la sofferenza creata a te a agli altri diventerà solo un flebile ricordo e un insegnamento per il futuro.


CANCELLARE

A volte rileggendo qualche post vecchio, mi viene da sorridere e mi accorgo di essere stato molto superficiale ad avere esaminato alcuni aspetti della mia vita e dell'ambiente (mi verrebbe voglia di cancellare, modificare...). Tale comprensione però mi ha fatto capire che uno dei motivi principali per cui scrivo è quello di vedere, comprendere lo stato di sviluppo del mio essere consapevole. Per questo motivo ho deciso di non cancellare, modificare nessun post.

venerdì 18 dicembre 2015

LETTERA A BABBO NATALE




Mi ricordo quando ero bambino, ogni anno i primi giorni del mese di Dicembre mi divertivo insieme a miei fratelli a scrivere la lettera a Babbo Natale. Io chiedevo quasi sempre un trattore, mia sorella una bambola e mio fratello un pallone. Ero malato di trattori, mi piaceva un mondo mettermi fuori nel giardino e giocare con la sabbia, (a mia mamma meno perché tornavo a casa sempre sporco!!!)
Per me è stato un trauma (come penso per molti bambini) quando ho scoperto che Babbo Natale  non esisteva ed in realtà erano i miei genitori.
Avevo più o meno 7 anni e in quel Natale avevo chiesto una bicicletta nuova, non ne avevo mai avuto una tutta mia (i miei genitori mi passavano sempre le cose usate di mio fratello più grande).
Un pomeriggio di dicembre tornai a casa prima del solito, non avevo più voglia di giocare e trovai mio babbo che stava nascondendo i regali tra cui il mio (la bicicletta) nel garage. Capii subito. Ero contento però anche un po triste: Babbo Natale non esisteva!!! E dire che noi gli preparavamo sempre un po di panettone per quando ci veniva a trovare!!!

Sono passati molti anni da allora e io vorrei oggi tornare un po bambino ....

Caro Babbo Natale,
nelle ultime settimane ho fatto azioni sbagliate e scritto parole ancora peggiori. 
Vorrei in sequenza:
- che non fosse mai successo;
- avere qualche giorno a settimana per rimediare;
- avere un giorno a settimana per rimediare;
- avere un giorno al mese per rimediare;
- avere un giorno all'anno per rimediare;
- se proprio non puoi esaudire le richieste precedenti, fammi diventare un gattino (anzi una gattina), forse sono ancora in tempo.....

sabato 12 dicembre 2015

10 MONDI

I Dieci mondi è una dottrina buddhista mahāyāna cinese, originatasi all'interno della scuola Tiāntái.
Essa sostiene che in ogni essere senziente sono insiti dieci stati che si manifestano in tutti gli aspetti dell’esistenza.
Ognuno li possiede potenzialmente tutti e dieci, e in ogni momento l'essere vivente può passare da uno stato all'altro.
Essi sono:
Inferno. È la condizione di sofferenza e disperazione in cui abbiamo la percezione di non essere liberi di agire; è caratterizzata dall'impulso di distruggere noi stessi e tutto ciò che ci circonda.
Avidità. L’avidità è la condizione in cui ci sentiamo dominati da un insaziabile e incontrollabile desiderio di denaro, potere, posizione sociale o di qualunque altra cosa.
Animalità. In questo stato, siamo governati dall'istinto. Non abbiamo freni né la capacità di elaborare pensieri a lunga scadenza. Nel mondo dell’Animalità, si agisce secondo la legge della giungla, per così dire: senza esitare ad approfittare di quelli più deboli di noi e ad adulare quelli più forti.
Collera. In questo stato emerge la consapevolezza dell’io, ma è un io egoista, avido, stravolto, determinato a superare gli altri a tutti i costi e a considerare tutto come una potenziale minaccia per se stesso. In questo stato si tende a dare valore solo a noi stessi e tendiamo a disprezzare gli altri. Siamo fortemente attaccati all’idea della nostra stessa superiorità e non si ammette che qualcuno ci superi in qualcosa.
Umanità (definita anche Tranquillità). È una condizione vitale piatta dalla quale si scivola con facilità negli altri quattro mondi più bassi. Se in genere in questo stato ci comportiamo in modo umano, rimaniamo estremamente vulnerabili alle forti influenze esterne.
Paradiso (o Estasi). Questo è uno stato di gioia intensa derivante ad esempio dalla realizzazione di un desiderio, da una sensazione di benessere fisico, o da una intima soddisfazione. Anche se intensa, la gioia sperimentata in questo stato ha vita breve ed è anche vulnerabile alle influenze esterne.
Studio. In questo stato, cerchiamo la verità attraverso gli insegnamenti o le esperienze degli altri.
Illuminazione Parziale o Realizzazione. Questo stato è simile allo Studio, tranne per il fatto che cerchiamo la verità non attraverso gli insegnamenti di altri, ma attraverso la nostra stessa percezione diretta del mondo.
Bodhisattva. I Bodhisattva sono coloro che aspirano a ottenere l’illuminazione e nello stesso tempo sono altrettanto determinate a mettere tutti gli altri esseri in grado di fare la stessa cosa. Consapevoli dei legami che ci uniscono a tutti gli altri, in questo stato ci rendiamo conto che qualunque felicità proviamo da soli è incompleta, e ci dedichiamo ad alleviare le sofferenze degli altri. Chi si trova in questo stato trova la maggiore soddisfazione in un comportamento altruistico.
Buddità. La Buddità è uno stato dinamico difficile da descrivere. Possiamo parzialmente descriverlo come uno stato di libertà perfetta, in cui siamo illuminati alla verità ultima della vita. È caratterizzato da una compassione infinita e da una saggezza sconfinata. In questo stato, possiamo trasformare armoniosamente ciò che dal punto di vista dei nove mondi appare come una contraddizione insolubile.

Il concetto buddista dei 10 mondi può essere facilmente verificato e sperimentato nella propria vita.

Supponiamo che incontrate una uomo e di instaurare un bel legame. Vi accorgete di avere tanti interessi in comune e anche il modo con cui vi siete conosciuti non vi sembra casuale, ma anzi quasi predestinato.  
In questi momenti voi siete nel mondo di paradiso e vi sembra tutto cosi perfetto, allegro, felice dimenticandovi dei suoi desideri, dei suoi tempi, dei suoi spazi. Vi dite: come può finire? E' il destino che ci ha fatto incontrare... e ovviamente non prestate attenzione a niente, ma vivete in maniera irrazionale tutta la relazione.
Questo modo di comportarvi crea turbamento in lui ma voi dominati da aviditàanimalità e collera gli rispondete in maniera provocatoria (per non dire molto peggio) sancendo la fine del vostro rapporto.
Tale fine provoca in voi uno stato di abbandono, disperazione (inferno) , rabbia (collera) verso di Lui (come può arrestare il corso degli eventi) e rabbia (collera) verso di voi (perché ho agito in maniera cosi irrazionale e non consona a come sono). Nei giorni seguenti provate a rimediare, ma è inutile e la vostra rabbia (collera) sale ancora di più (perché non mi da un'altra possibilità, io non sono cosi, e sicuramente anche Lui avrà fatto degli errori nel passato).
Poi con il trascorrere dei giorni, metabolizzate quanto è successo e ritornate nel mondo di umanità, quello vostro caratteristico, poi riflettete sul suo comportamento e sulle sue parole (siete nel mondo di studio), e infine riflettete su cosa avete imparato da questa esperienza (siete nel mondo di illuminazione).
Una volta capito i vostri sbagli, vi fa male pensare a come lo avete fatta soffrire e vorreste rimediare (siete nel mondo di Bodhisattva). Vorreste poter tornare indietro, ma non è possibile. 
L'unica cosa che vi rimane è sperare in un una nuova possibilità.

In questa breve storia, che sarà capitata a migliaia di persone, sono racchiusi quasi tutti i mondi descritti precedentemente.

lunedì 7 dicembre 2015

TORNARE INDIERO


Nella vita di ogni persona può capitare che il tempo scorra troppo velocemente impedendogli di metabolizzare tutti le circostanze che gli accadono.
In questi momenti spesso le persone desidererebbe tornare indietro e non rifare ciò che hanno fatto, detto, scritto.
Questo è il mio momento. Ho detto cose di cui mi vergogno e anche se il motivo che mi ha spinto a farlo è di cercare di aiutare qualcuno (e me stesso), mi accorgo solo ora che ho fatto solo peggio. Mi accorgo di essere troppo impulsivo, poco razionale e di farmi spingere dall'emotività del momento, Il mio essere a volte troppo sincero, mi spinge a dire cose che poi ripensandoci non le penso veramente. Ma il gioco è fatto, non si può tornare indietro, e quello che rimane è un senso di vuoto e di confusione. Sono cosi cattivo? Malfidato? O che altro?
Io che sono buddista e che cerco sempre dentro di me di trovare le forze, l'energia, le motivazioni per cambiare me stesso, di fare la mia rivoluzione umana e di portare gioia, felicità nelle mia vita, mi accorgo che inevitabilmente non sempre ci riesco e anzi ottengo l'effetto contrario. Se solo riflettessi un po di più!!!
Oggi capisco che quelle che sono le mie paure, angosce, problemi, sono stati gettati addosso ad un'altra persona, mancando del senso profondo di responsabilità che noi tutti uomini dovremmo avere. E inoltre quello che mi fa più schifo, è che anche senza volerlo, ho fatto riferimento a fatti, cose , persone, del passato, come se avessero colpa loro....

Mi sembra quasi di aver voluto scendere, per forza e di forza, dal treno della mia felicità.

lunedì 16 novembre 2015

SCOPO NELLA VITA


Riprendo alcuni spunti interessanti tratti dal film "The Shift" con Wayne Dyer.

"Una delle cose che mi ha più intrigato negli anni è stato scoprire quanta gente si senta priva di scopo e cerchi di dare un senso alla propria vita. Ho sentito spesso chiedere qual è il mio scopo?
Come faccio a trovarlo? Sento che mi sta sfuggendo qualcosa e così via. E ho sempre pensato che il vero scopo della vita sia essere felici, viverla appieno, aprirsi e raggiungere una meta un vero solido punto di arrivo. Troppe persone passano la loro esistenza cercando continuamente un altrove e non arrivano da nessuna parte. Uno dei modi per comprendere qual è esattamente il proprio scopo nella vita e quello di ritornare alla natura, di riscoprire la propria natura.
Qualche anno fa ho scritto un libro “Cambia i tuoi pensieri, cambia la tua vita” basato sugli antichi insegnamenti di Lao Tzu contenuti nel libro Daodejing. Lao Tzu ci ricorda che tutto l’essere ha origine nel non essere : Gesù nel nuovo testamento dice che la fonte della vita è nello spirito e che non siamo figli dei nostri genitori noi in realtà proveniamo tutti da questo luogo chiamato spirito. Quando ognuno di noi viene al mondo proviene da una piccola infinitesimale gocciolina di protoplasma umano, da un puntino se volete e tutto ciò che era contenuto in quel puntino, dal quale proveniamo, è tutto ciò di cui abbiamo davvero bisogno. Dovunque andiamo siamo tutti circondati da una serie di persone, la nostra famiglia, la nostra cultura le quali iniziano a convincerci che non possiamo credere in chi siamo. Dobbiamo credere in qualcosa che è fuori di noi, la meta del viaggio, la nostra ambizione. Dal momento in cui diciamo “adesso comando io” introduciamo una impurità, rompiamo questa perfezione ed escludiamo il nostro creatore gli diciamo così: tu stai fuori! Chi sta parlato è l’ego, l’ego è la parte di noi che inizia a dirci la persona che sei non è la creazione perfetta di Dio, quella particella di dio da cui tutti proveniamo, non dice questo, l’ego dice ti sei solo quello che hai. Iniziamo con i nostri giocattoli, poi con il nostro conto in banca e con tutte le cose che possediamo, senza accorgercene finiamo per l’identificarci con i beni che possediamo e cominciamo a prendere per veri concetti come: “più cose possiedo più acquisto valore come persona”. Così passiamo la nostra vita a condizionare ad immergere anche i bambini in una cultura che dà importanza al di più, ciò diventa quasi un mantra dell’ego. Dobbiamo avere di più, ma più cose abbiamo più ci rendiamo conto di quanto le altre persone cerchino di portarcele via. Dunque il secondo elemento dell’ego è l’idea secondo cui non siamo solo quello che abbiamo ma anche ciò che facciamo e ciò che facciamo per noi diventa realizzazione di sé, così in questo mondo, che ritiene che ognuno sia quello che fa, veniamo consumati dall’idea che il successo, il valore, l’immagine che abbiamo di noi si basi su quanto riusciamo ad ottenere per cui dobbiamo fare più soldi, avere delle promozioni sul lavoro ed essere in competizione con tutti per ottenere ciò che vogliamo. Questo ci viene detto e ripetuto continuamente fin da ragazzini nelle gare di atletica, ci dicono che la cosa più importante è essere sempre il numero 1, essere sempre il primo davanti a tutti gli altri e così ci abituiamo a crescere con questo atteggiamento di competizione credendo che sia normale vivere in un mondo competitivo. E’ questo l’inganno dell’ego.
Un terzo aspetto della cosa è che crediamo di essere ciò che gli altri pensano di noi quindi che siamo la nostra reputazione, il che è particolarmente importante per gli adolescenti ai quali si insegna a vestire come si vestono gli altri. Se non piacciamo agli altri c’è qualcosa di sbagliato in noi. Essendo consumatori dobbiamo comprare sempre qualcosa di nuovo e questo è particolarmente evidente per le donne soprattutto nelle relazioni familiari. Nella nostra cultura, nella nostra società viene insegnato loro che la sola via per realizzare se stesse è trovare il modo di rapportarsi alla famiglia rapportarsi come figlia, rapportarsi come madre, rapportarsi come nonna e anche se l’aspetto della procreazione è molto importante nella vita di ogni donna a patto che sia una sua scelta non è l’unica scelta possibile, molte donne sentono in se stesse una specie di voce interiore come una chiamata a compiere qualcosa di grande a offrire un contributo, ma molto spesso la ignorano. Così io cerco sempre di incoraggiarle ad ascoltare, a non ignorare questa chiamata, a non ignorare quella parte di sé che dice: “sei venuta al mondo per creare qualcosa di potente di grande e hai tutti i diritti e tutte le capacità di farlo, se vuoi, come chiunque altro”. L’ego ha uno schema mentale fortissimo in cui la persona che siamo è separata da tutte le altre. Un'altra parte dell’ego ci dice poi che siamo separati anche da tutto ciò che ci manca nella vita, cioè da tutto quello che vorremmo avere. Infine, l’ego ci porta a commettere l’errore più grande di tutti, ci convince che siamo separati dall’Universo. Uno dei costrutti più semplici che impariamo quando arriviamo al pomeriggio della nostra vita, è che capiamo di avere tutti una sola origine, può essere Dio, può essere il Dao, la natura, lo spirito, non è importante come la si chiami. Tale origine è dovunque non esiste un posto dove non ci sia, ci deve essere perché crea tutto, tutto proviene da questa fonte e deve essere anche in me se è vero che non esiste un posto in cui non ci sia e se deve essere in me deve essere anche in tutte quelle cose che sembrano mancare nella mia vita. Se comprendiamo questo allora in qualche modo comprendiamo anche di essere già collegati spiritualmente a tutto ciò che ci manca e che vorremmo avere. Quindi occorre solo trovare il modo di accettare tale legame, di riconoscere di essere già interconnessi e lasciare che ogni cosa segua il suo corso naturale."

Lo condivido in pieno.

venerdì 16 ottobre 2015

UOMO


Chi è un vero uomo? 
Secondo la nostra società, un vero uomo è quello che non deve chiedere mai, che non ha mai paura, che non piange, ecc..
Io sono di parere opposto.
Un vero uomo è quello che non ha paura di mostrarsi per come è, che non ha paura di piangere, che non ha paura di dire che ha paura. Un vero uomo è uno che si guarda dentro, che sbaglia, e chiede scusa. 
Un vero uomo è sempre pronto ad esporsi fino all'essenza più intima del suo essere, perché non ha paura.
Un uomo veramente autorevole, non ha mai paura di perdere l'autorità. Non può perderla. Non c'è modo di perderla. E questa è la differenza fra un uomo autorevole ed un uomo autoritario. L'uomo autoritario non ha una vera autorità; è un simulatore.
L'uomo di autorità si può esporre totalmente, perché la sua autorità non è qualcosa di esteriore: è la sua natura più intima; la sua esperienza, la sua autenticità.

AGNELLO VESTITO DA LUPO


Nella vita incontriamo spesso tante persone che dicono di essere tue amiche, di volerti bene, che di loro ti puoi fidare ... Alla prima occasione utile però loro se ne approfittano, rubandoti i soldi, le donne, gli amici, il lavoro, rubandoti i sogni.
C'è una definizione per spiegare questo tipo di persone, lupi vestiti da pecore. 
Molto più difficile invece trovare persone che all'apparenza si comportano male con te, che sembra ti faccino violenza psicologica. mentale e forse anche fisica, ma che poi alla lunga ti accorgi che volevano solo il tuo bene. Queste persone le potremmo definire pecore vestiti da lupi. 
Come riconoscerle?
Io credo che l'unico modo per capire con che tipo di persone abbiamo di fronte è il frutto delle loro azioni nel tempo.
Domandiamoci perché si sono comportate cosi. Che beneficio hanno avuto? Le loro parole ci hanno permesso di crescere come individui? Ci hanno permesso di affrontare delle nostre paure e superarle?
Riflettiamoci.

mercoledì 2 settembre 2015

DESIDERI SONO ILLUMINAZIONE


Uno degli aspetti più importanti del buddismo di Nichiren Daishonin è il concetto che i desideri sono illuminazione. Quando un principiante inizia a praticare viene incoraggiato a recitare per la realizzazione dei suoi desideri. Questa parte mi è sempre stata molto difficile da capire, perché non riuscivo a capire il legame che c’è tra l’essere felici qui e ora con il pensare al futuro, cioè alla soddisfazione dei propri desideri. Mi sembravano in contraddizione. Ma la mia domanda era legittima: come si fa ad essere felici nel qui e ora, se non hai niente, se non riesci a soddisfare almeno una parte dei tuoi desideri: avere una casa, una famiglia, godere di buona salute, vedere i tuoi amici, la tua donna, i tuoi familiari stare bene. Quando chiedevo alle persone più esperte , che da più anni praticavano, tutti mi rispondevano che recitare per la realizzazione dei propri desideri serve per far affiorare la natura di Buddha che è insita dentro di noi. Questa risposta non mi ha mai soddisfatto pienamente, e io sono uno che cerca sempre di capire, anche se spesso mi scontro con il voler razionalizzare qualcosa di insondabile e ciò mi crea turbamento e confusione. Ma non mollo finché non riesco ad avere le mie risposte. Oggi credo di averla trovata.

La recitazione per i propri desideri serve per capire quali sono gli ostacoli, sotto forma di paure o di karma o altro, che impedisce che questi vengano realizzati. E quando capisci (affiora quindi la tua natura di Buddha), hai l’illuminazione: non importa che questi vengano realizzati, perché comprendi quali sono le tue paure , i tuoi retaggi psicologici che ti impediscono di raggiungerli. E incredibilmente il comprendere ti fa già essere felice nel qui e ora. Ed è proprio quello che attualmente mi sta capitando, e io oggi non riesco a descrivere la gioia che sto provando in questo momento.

sabato 22 agosto 2015

RISPETTO


Nella vita incontriamo tante persone, e spesso, ahimè, ci dimentichiamo il rispetto per loro. Con la mente offuscata dai nostri desideri o da ... (chissà...) vogliamo imporre a loro cosa pensiamo che sia giusto per loro. Anche questo è mancanza di rispetto. Dovremmo avere rispetto dei loro tempi, idee, personalità ...

Ultimamente anch'io mi sono perso e non ho rispettato (e avuto fiducia) di una persona. Ho fatto del male, a lei e poi a me, quando ho compreso. Sto facendo tutti gli sforzi per rimediare,e il mio gohonzon mi aiuterà a capire la strada giusta da percorrere.

giovedì 6 agosto 2015

NOMI STRANI


Nella mia vita mi sono imbattuto in persone, luoghi, che avevano nomi strani e divertenti.
Qui una serie di nomi trovati su internet:

BIONDO Bruno; Vita MAIALE; GIRA Crocefisso;BALLA Ferdinando (detto Nando...);MUSICA Divina; FORESTA Selvaggia; PORTA Pio; SCHEDA Bianca; FARINA Bianca; PIZZA Margherita
COSTA Smeralda; Petra SASSO; NANO Felice; RUSSO Felice; ACETO Genuino; CASTAGNA Vera; LASAGNA Emiliana; MANGIONE Felice; Gustavo LA PASTA; PISTONE Catena; Franco FORTE; FOGLIO Rosa; VIOLA Rosa; Santo CERVELLO; FIOCCO Rosa; Santa PAZIENZA; LICENZIATO Assunto; DEL MONTE Bianco; MONTE Rosa; CAMPO Fiorito; PISCIA Tranquilla
CORNA Fedele; CAMERA Daria;TROMBA Marina ....

Alla quale aggiungo:

Casella Bianca; Culetto Rosa; Campo Santo

Non vi lamentate del vostro nome, ce n'è di peggio!!!

domenica 2 agosto 2015

DIVERSITA'

Spesso involontariamente mi confronto con le altre persone e mi accorgo di avere desideri, aspirazioni, uno stato interiore molto diverso da loro. Forse è cambiato col tempo, o solo accentuato. Tanti amici che conosco, pensano ad avere una bella casa, a fare soldi, ad essere qualcuno nel mondo del lavoro, si chiedono come possono divertirsi sempre di più, a come passeranno le vacanze, e le loro attenzioni sono rivolte principalmente a queste cose. 
Io mi sento diverso. 
Spesso mi accorgo che rimango isolato a pensare, a cercare di capire che cos'è la vita, quante volte sono vissuto, a cercare di guardare la profondità di uno sguardo, di un’emozione. A rallegrarmi della gioia, allegria, vitalità, freschezza dei bambini. Non che non mi piaccia avere le cose materiali, tutt'altro, ma più passa il tempo più rivolgo la mia attenzione sulla profondità della vita, sulla mia e altrui spiritualità.

mercoledì 22 luglio 2015

SECONDA POSSIBILITA'


Spesso nella vita facciamo, diciamo, pensiamo qualcosa di sbagliato e inevitabilmente possiamo perdere un legame sentimentale, un legame di amicizia, un'occasione di lavoro importante ...
Subentra poi uno stato di sconforto e frustrazione, vorremmo tornare indietro, ma sappiamo che è impossibile. Allora speriamo in una seconda possibilità.
Questa speranza si chiama domani e va guadagnata.
Il mondo è causa–effetto, pertanto se chiediamo una seconda chance non dobbiamo fare altro che gettare le cause del nostro voler bene a noi e agli altri, consapevoli che il suo frutto arriverà, sempre.
Io sono sicuro che nella vita non esiste il caso, e ciò che noi facciamo, anche di sbagliato, è per un motivo: può essere che dobbiamo apprezzare meglio l'altra persona, capire meglio noi stessi...
Nella vita mi è capitato spesso di dare una seconda possibilità ad una persona e ne sono grato. Il primo a trarne beneficio sono stato io, perché l'altra persona conscia dei suoi errori passati, è riuscita ad essere migliore, e a darmi un affetto, un amicizia resistente nel tempo.

MALATTIA

Mi sono sempre vantato di avere un fisico di ferro. Negli ultimi venti anni non mi sono quasi mai ammalato né di influenza, né ho avuto la febbre, insomma, niente di niente.
In un meeting di zadankai, avevamo affrontato i problemi karmici che ci portiamo dietro. Mi vantavo di questo, del fatto che avevo una salute d'acciao. Come non detto!!! A volte sembra che qualcuno ci ascolti e ci dica: ah si? Ti faccio vedere io ora...
Da dicembre del 2014 ho iniziato a stare male: non riuscivo praticamente a stare più in piedi, dimagrivo a vista d'occhio, non avevo energia per fare niente, ma niente di niente, passavo da un umore all'altro (felice, poi irascibile) e per quasi 6 mesi sono andato avanti cosi. I dottori non riuscivano a capire l'origine del mio malessere: in successione hanno pensato che fosse allergia (mi hanno tolto per un po di tempo il cane, e alcuni alimenti), anemia mediterranea, leucemia, tubercolosi, un cancro.
Solo dopo numerosi tentativi (nel mentre ho ingerito medicine di ogni tipo...) hanno capito che avevo una disfunzione alla tiroide. Nulla di eccezionale, se curata si riesce a vivere normalmente. Il problema è che se ne erano accorti tardi e tutte le medicine che avevo preso mi avevano destabilizzato l'organismo. Ho iniziato la cura a base di tapazole e piano piano mi sto riprendendo. Mi sono reso conto che però di tanto in tanto, questa malattia mi crea squilibri ormonali (soprattutto nei cambi di stagione) che durano alcuni giorni o settimane  (divento ossessivo, compulsivo, paranoico, passo da uno stato giocondo a uno stato irascibile), creando non pochi problemi a livello di relazioni personali. Mi rendo conto che a volte il mio comportamento dipende da questo e faccio del male alle persone, ma non piace nascondermi dietro la malattia, e anche se le persone che mi conoscono da tanto tempo, non capiscono l'origine dei miei atteggiamenti e si allontanano da me, preferisco non dirgli che dipende dalla tiroide. Ammettere questo mi sembra come di darla vinta alla malattia e non voglio questo. 

mercoledì 15 luglio 2015

SENSI DI COLPA


Spesso mi è capitato di avere sensi di colpa per aver detto, fatto, scritto qualcosa soprattutto se ciò crea sofferenza alle persone intorno a me e in particolare alle persone che voglio bene. In questi giorni è successo proprio questo, ed ero veramente arrabbiato con il mio gohonzon per aver permesso alla mia parte oscura di prendere il sopravvento e fare male ad una persona. Non sapevo darmi pace e non capivo. Mi chiedevo che senso ha,  sforzarsi per creare valore dentro e fuori di noi, se tanto qualche volta involontariamente cadrai nei 4 mondi inferiori (Inferno, Avidità, Animalità, Collera) e distruggerai quel poco di buono che stavi con tutte le tue forze tentando ci costruire. E statene certi ciò avverrà, sempre. Mi sembrava tutto cosi inutile ….
Ma come sempre ho usato la strategia del sutra del loto e ho posto tale domanda al gohonzon. Inevitabilmente ecco arrivare la risposta. Cercando su internet ho trovato questa frase: “…. perché la persona saggia ha smesso da tempo di farsi la guerra, conosce e accetta la sua parte oscura e si assume interamente la responsabilità di ciò che le accade e di come lo vive.”
E’ stata un’illuminazione. Tutti noi sbagliamo, inevitabilmente, fa parte della nostra natura. La cosa che possiamo fare è capire, imparare dai nostri errori, perdonarci, chiedere perdono alle persone che abbiamo coinvolto e ripartire. 
Sempre

sabato 20 giugno 2015

RINGRAZIAMENTI


Vorrei ringraziare tutte le persone che seguono il mio blog, sono quasi due anni che l'ho aperto e vedo che c'è già un buon numero di visitatori. Ne approfitto per rispondere a chi mi chiede per email come mai non pubblico i vostri commenti. Ho disabilitato questa funzione perché lo scopo del mio blog è quello di dare delle informazioni, spunti per delle riflessioni che ognuno poi personalmente deve elaborare mentalmente e interiormente. Non voglio dirvi cosa o non cosa dovete fare.e ognuno è o deve diventare il maestro della propria esistenza. 

Io con il tempo rileggendo il mio blog vedrò se avrò imparato qualcosa da questo viaggio chiamato VITA

giovedì 18 giugno 2015

SPORT


Ho fatto diversi sport nella mia vita: nuoto, calcio, tennis, pallacanestro, kick boxing, ma l'attività fisica che più mi piace è lo jogging.

Non è solo una forma di esercizio fisico, ma anche un modo di rilassarmi, e di stare solo con i miei pensieri.
Quando ero all'Università, due , tre volte a settimana, correvo per più di 10 km, percorrendo le vie del centro di Pisa, andando in periferia, lungo le rive del fiume Arno. Mi piaceva immergermi nella natura, ma anche incontrare le persone, i loro sguardi, Mi sentivo immerso nel mondo, non diviso.
Oggi ho un perso questa abitudine, vuoi per il poco tempo, vuoi per le responsabilità diverse (il lavoro)... 
Oggi però voglio fare una promessa a me stesso, appena mi riprendo e sto meglio di salute, voglio riprendere a correre. 


mercoledì 20 maggio 2015

LEGAMI KARMICI


Ho incontrato molte persone nella mia vita, e in alcuni casi con esse mi sembrava già di conoscerle, e di percepire la loro essenza. Non sempre tali relazioni erano positive, anzi spesso finivamo con lo scontrarci e farci del male a vicenda (era una relazione di odio e amore contemporaneamente). Ma non riuscivamo ad allontanarci l’una dall'altra. Sembrava quasi che dovessimo rimanere vicini finché un qualcosa non veniva spiegato, dipanato, o una qualche lezione imparata. 
Ho letto degli articoli veramente interessanti sul sito (http://www.sensualitasacra.com) che vi invito a visitare. 
Io mi sono appuntato alcuni passaggi interessanti:

“Ti è mai capitato di essere travolta da una profonda passione e di provare sentimenti di nostalgia verso qualcuno?
Questa attrazione è irresistibile e ti porta ad agire in modi che per te non sono normali. L’altra persona, quella con cui senti questi legami Karmici, è qui perché ha un compito ben preciso.
E’ qui per aiutarti a diventare consapevole delle barriere che ancora ci sono tra te e l’amore. Della ferita che come anima sei venuta a guarire. E’ questo il suo compito principale.”
…..
“Tieni presente che come anima hai scelto dei rapporti “difficili” per via del loro potenziale di guarigione, di crescita.”
…..
“L’obiettivo è quello di vivere l’amore incondizionato e per farlo puoi aver scelto di sperimentare delle situazioni dolorose, proprio per riconoscerle, guarirle e lasciarle andare.”
……
“Se fin ora hai sofferto, se fin ora tutto quello che hai fatto non ha funzionato è perché nessuno ti ha ancora fatto vedere esattamente qual è la ferita che sei venuta a guarire su questa terra, è perché non sei diventata ancora consapevole di cosa ti fa veramente soffrire.”
…..

Interessante, molto interessante.




mercoledì 13 maggio 2015

PENSIERI STRANI


A volte faccio veramente dei pensieri strani e rimango turbato.
La sera a volte vado su internet a cercare qualcosa da leggere, vedere, ascoltare. 
Mi sono imbattuto su uno strano articolo in cui si parlava di Karma. Ero curioso e ho iniziato a leggere. Raccontava e diceva che c'è il karma mutevole, immutevole, personale, di famiglia, dell'umanità .... e diceva anche il modo come possiamo eliminare ciò.
Ho avuto un pensiero, un'illuminazione. 
Se nelle mie vite passate una persona mi ha fatto del male, questa persona nella sua attuale esistenza dovrà raccoglierne il frutto e quindi dovrà provare le stesse sofferenze che aveva prodotto in me. 
In questa nuova vita , quindi io sarò il "carnefice" e lei la "vittima". Ma cosi facendo, lei avrà consumato il suo karma negativo, io invece avrò accumulato karma negativo, che a sua volta dovrò subire. Non se ne esce più....
Cercando sempre su internet, si dice che il Karma si attua solo se questo è fatto in maniera consapevole. 
Quindi ... se io faccio del male a questa persona in maniera del tutto inconsapevole (faccio un 'azione che credo le porterà gioia, mentre in realtà le faccio del male), lei consuma il suo karma negativo, io NON accumulo karma negativo.
Mah.

venerdì 8 maggio 2015

LIBERO ARBITRIO



Noi occidentali utilizziamo il termine Karma come sostituto del peccato, le abbiamo dato una accezione negativa, viviamo questa semplice legge come una punizione per le nostre azioni. Gli stessi orientali, soprattutto in India, fanno più o meno la stessa cosa, giustificano la loro condizione di vita, come effetto inevitabile di tale legge. Di conseguenza subiscono passivamente le condizioni in cui si trovano senza fare niente per cambiarle.
In quest’ottica il termine karma mal si concilia con il libero arbitrio. Come possiamo noi cambiare il nostro presente (attuare il libero arbitrio) se comunque noi dovremo “subire” le conseguenze delle nostre azioni, pensieri del passato?
Nichiren Daishonin ci ha dato invece una speranza e ci ha detto che noi oggi, qui e ora , possiamo cambiare il nostro karma, le condizioni sia interiori che esteriori in cui ci troviamo.  Ma non solo, noi possiamo avere il libero arbitrio di accettare o meno le cose indesiderabili che ci accadono in maniera passiva o avere un senso di responsabilità, chiedendoci cosa dobbiamo imparare. Mi viene in mente una frase di Osho che dice: “rilassati, Ciò che dovrà accadere accadrà e tu hai una scelta: andarci insieme o andarci contro”. Li sta il nostro libero arbitrio, la nostra scelta, la nostra libertà per il presente.
Mentre per il nostro futuro ricordiamoci che la semina è facoltativa ma il raccolto obbligatorio.
.

giovedì 30 aprile 2015

giovedì 19 marzo 2015

FERITA


Quando ero bambino abitavo in aperta campagna, e andavo a giocare spesso nei campi: a pallone, a nascondino, a “chiapparello”. Quando tornavo a casa, mia mamma mi sgridava sempre, perché non solo ero sporco ma spesso sanguinavo da tutte le parti. Avevo i ginocchi scorticati, braccia graffiate  e sempre pieno di sangue.
Ho una soglia del dolore molto alta, per questo non ho mai usato cerotti e non ho quasi mai messo dell’alcool sulle ferite, ma ho sempre fatto in modo che la ferita si rimarginasse da sola. E funzionava!!!
Credo che la stessa cosa dobbiamo fare con le nostre ferite interiori. Riprendendo il post di ieri sottolineo che "Dentro di te c'è una ferita; puoi tentare di coprirla, ma esiste! E se tu mi comprendi, scopri la ferita. Solo se la scopri potrà essere guarita. Lascia che il sole e il vento la curino. Portala alla luce! "
Solo cosi possiamo guarire, non nascondendo le nostre paure, i nostri sensi di colpa, i nostri rimorsi... Solo aprendoci interamente, guardando dentro di noi, e osservando, meditando, possiamo trasformare noi stessi e il nostro veleno in medicina.

mercoledì 18 marzo 2015

OFFESA

Ho letto un'articolo molto interessante di Osho (http://www.indicibile.it/wp-content/uploads/2014/11/OSHO-e-lidentit%C3%A0-omosessuale.pdf).
Lui parlava degli omosessuali, ma in realtà credo che possa essere facilmente applicato a tutte le persone che si sentono offese per qualcosa da qualcuno.
In un passo racconta una barzelletta sugli omosessuali e il sesso deviato:
"Un ventriloquo stava girando in macchina in aperta campagna, quando vide una grandissima fattoria.
Chiese di visitarla, e lo accontentarono.
Quando gli venne mostrata la stalla, il ventriloquo pensò di divertirsi un po'. E si mise a far parlare uno dei cavalli.
L'uomo che lo accompagnava, con gli occhi spalancati per il terrore, si precipitò fuori e corse dal fattore gridando: «Sam, questi animali parlano! E se quella pecorella dice qualcosa su di me, è una maledetta bugiarda!». "
Poi spiega che se ci sentiamo offesi dalle barzellette o in generale da qualcuno, in realtà perché:
" In profondità, dentro di te, devi sentirti in qualche modo colpevole; ecco perché ti sei sentito offeso.
.......
Ma questo senso di colpa, non va bene. In profondità hai la sensazione di fare qualcosa di sbagliato, ecco perché ti offendi. Dentro di te c'è una ferita; puoi tentare di coprirla, ma esiste! E se tu mi comprendi, scopri la ferita. Solo se la scopri potrà essere guarita. Lascia che il sole e il vento la curino. Portala alla luce! "
Mi fa pensare: noi ci offendiamo perché il problema è dentro di noi.

Inoltre vorrei sottolineare che se a volte una persona ci dice qualcosa che ci offende e pensiamo "questo non ha capito niente di chi sono", dovremmo capire che forse non è solo lui a non aver capito, ma anche noi ad avere alimentato il dubbio di chi siamo".
La verità sta sempre nel mezzo.

giovedì 5 marzo 2015

CAMBIA LE TUE PAROLE, CAMBIA IL MONDO


Ho scritto .... parole differenti.
E' proprio vero, a volta basta veramente poco per cambiare il modo di pensare della gente.

venerdì 20 febbraio 2015

DENARO



Ho letto :
"Il denaro non è ciò che appare. Il denaro ha radici molto profonde, ha a che fare con la tua mentalità e con il tuo atteggiamento interiore.
Il denaro dà sicurezza, è il nostro sforzo di controllare la vita, è amore per le cose, ma non per le persone. Possiamo possedere una grande casa, un palazzo, un grosso conto in banca ma non potremo mai possedere il cuore di una persona. E più denaro avremo più ne vorremo, perché il nostro senso di insoddisfazione non verrà saziato. Solo amando una persona riusciremo ad avere una profonda contentezza."

Forse è per questo che non ho mai avuto un buon rapporto con i soldi....

LAVORO

Il lavoro può avere molti significati. C'è un detto che dice: lavorare per vivere.
Io la penso diversamente.
Io amo lavorare perché lo vedo come un mezzo di espressione, di realizzazione di se stessi, Fino a poco tempo fa avevo un'azienda che si occupava di energie rinnovabili. Mi faceva stare bene di essere utile a qualcosa, qualcuno, perché nel mio piccolo stavo tentando di aiutare l'ambiente, il nostro mondo, la nostra terra. Varie vicissitudini mi hanno costretto a cambiare lavoro. Oggi sono dipendente di un'azienda che si occupa della realizzazione dei bicchieri in vetro. Un lavoro ancora tutto da scoprire, spero con tutto il cuore di riuscire a trovare la mia identità. 

martedì 17 febbraio 2015

IL CASO



Il caso, destino o legge di causa-effetto?
Questo è un argomento molto difficile da comprendere e da spiegare. Ci voglio però provare. 
Secondo il buddismo ogni cosa nell'universo manifesta la Legge di causa ed effetto; in parole più semplici non esiste effetto senza causa, e che anche ogni causa è di per sé un effetto. 
Legge causa-effetto.
La prima volta che ho sentito parlare di questo argomento è stato vedendo il film “The Secret” (chi non lo avesse fatto vi invito a cercarlo su youtube). Uno degli autori diceva che siamo noi, con i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre azioni ad attrarre ogni evento nella nostra vita. 
Bella affermazione, ma difficile da comprendere all'inizio, soprattutto per me. Da cattolico convinto come ero, pensavo che il destino ci fosse quasi imposto e che noi avevamo poco da fare se la nostra relazione non funzionava, se avevamo un incidente in auto o quanto altro. Ero convinto che la fatalità avesse un ruolo primario nella nostra vita. Ma leggendo e riflettendo, mi sono reso conto che stavo sbagliando: siamo noi a creare le cause che poi in futuro si manifesteranno. Sempre e comunque. 
So a cosa state pensando. Il mio/a ragazzo/a mi ha lasciato, che colpa ho io?
Ma domandatevi: avete fatto tutto il possibile per la vostra relazione? Eravate veramente convinti che il vostro partner fosse l’uomo/la donna giusta? A me è successo. E sapete cosa vi dico? Che con il tempo mi sono reso conto di essere stato io, solo io, a far si che le cose prendessero una certa piega. 
Voi mi domanderete allora come puoi spiegare uno stupro, un incidente o un omicidio. Che colpa può avere un bambino se questo viene violentato da suo padre?
Domande legittime , la cui risposta diventa difficile da dare, se non mettiamo in discussione gli schemi mentali con cui siamo abituati a pensare.
Supponiamo, però, per un momento che la nostra esistenza sia eterna, e che noi ci reincarniamo decine, centinaia di volte, e supponiamo che in una delle nostre precedenti vite siamo stati noi a fare del male ad una persona gettando una causa di odio, di rancore, di negatività che nella nostra attuale vita ci viene restituita. Vista con questa ottica tutto diventa più chiaro. 
E’ difficile accettare un ragionamento del genere, lo so, è successo anche a me. Anche perché soprattutto noi in occidente siamo abituati fin da piccoli a ragionare in maniera molto diversa, però vi invito ad approfondire l’argomento e poi come è giusto che sia, ognuno si farà la sua idea.

E nel mentre che ci riflettete, in questo periodo mi sto divertendo a pensare:
- Perché ho attratto questa situazione economica? Quali sono le cause? 
- Perché ho attratto nella mia vita quella ragazza? 
Domande a cui il futuro darà le sue risposte.

giovedì 12 febbraio 2015

CAMBIAMENTO


Nella vita tutto cambia: il lavoro, gli affetti, gli amici, i soldi.... e anche noi stessi.
Ripensando a come ero 10 anni fa e come sono oggi sembro un'altra persona.
10 anni fa:
- i  miei interessi erano andare a ballare, divertirmi, uscire con gli amici, vedere una bella partita di calcio, lavorare per avere sempre più soldi, una bella macchina, belle donne intorno, L'aspetto materiale della mia vita era quindi predominante
Oggi
- i miei interessi sono: andare al cinema, andare a un concerto,  leggere un bel libro soprattutto spirituale o comunque di crescita personale, accoccolarmi la sera con la mia donna nel letto a vedere un bel film. Mi piace ascoltare le persone, e ad aiutare a risolvere i loro problemi. Non ho più o quasi interesse al calcio, ai soldi, al lavoro, alle macchine, alla discoteca. 
Sembro un'altra persona!!!!

mercoledì 4 febbraio 2015

VELENO IN MEDICINA


Uno dei concetti chiave nel buddismo di Daishonin è “trasformare il veleno in medicina”.
Mi chiedevo spesso quale era il senso di tale espressione molto usata. Il suo significato sta che ogni situazione difficile, problematica, può essere fonte di ispirazione per creare delle situazioni positive per te e per altri. Ma non solo. Solo attraverso la nostra sofferenza possiamo capire meglio noi stessi  (e gli altri), riuscire a capire le radici di tale dolore ed estirparle.
In fondo, se ci pensiamo bene, nel continuo mutare della nostra vita, tra gioia, dolori, passione, speranza, tristezza,… quello che conta veramente è dove siamo arrivati, cosa siamo diventati.
Se io ripenso alla mia vita, a quello che ero e a quello che sono diventato, sono grato alla Vita stessa, di aver avuto tante sofferenze, perché solo cosi sono diventato quello che sono, una persona migliore, che nonostante i suoi errori (nel passato, nel presente e, per fortuna o sfortuna, anche nel futuro), arriverà sempre di più ad assomigliare a un Buddha.
Già mi vedo con la pancia!!!
Credetemi, per evolvere come persona, non c’è di meglio che la sofferenza, anche se a volte desidereremmo un po’ di serenità, ma il Gohonzon stesso sa quello che è meglio per noi in ogni circostanza e situazione.
Basta avere fede e la nebbia dipanerà.

lunedì 2 febbraio 2015

RIMPIANTI




Quanti di voi hanno avuto il rimpianto per qualcosa, per un gesto mai fatto, per una parola non detta, per non averci almeno provato? Tutti noi, abbiamo fatto o non fatto nella nostra vita qualcosa per cui vorremmo tornare indietro.
In particolare ho un rimpianto per una persona cara che se ne è andata. I suoi ultimi anni li ha passati in ospedale, malata di un cancro terminale. Ogni giorno, quando potevo, prima di andare all’università, passavo da lei e la salutavo, mi dava una carica tremenda:il suo sorriso , la sua gioia di vivere nonostante si vedesse la sofferenza faceva sbriciolare tutte le mie paure, ansie, preoccupazioni che un ragazzo ventenne può avere.
Aveva una forza di volontà invidiabile. Tutto ad un tratto il suo stato peggiorò, feci appena in tempo a salutarla sul letto dell’ospedale, prima che se ne andasse per sempre.
Beh, ho un rimpianto, di non averla salutata come volevo, di averla abbracciata e detto ti voglio bene.
Non voglio più che ciò accada.
Ho letto in questi anno un racconto di Tolstoj che mi ha fatto molto riflettere. Faccio un picccolo riassunto:
Siamo nella Russia del 1882. Ivan Il'ic Golovin, consigliere di Corte d'appello, ha condotto una vita molto normale e tranquilla: ha moglie, due figli ed una posizione sociale rispettabile. Un giorno, per un banale incidente, è costretto a fare i conti con una malattia che lo condurrà alla morte, ma proprio trovandosi di fronte ad essa, scopre di non aver vissuto come avrebbe dovuto. E in punto di morte esclama: “forse la mia vita è stata tutta un errore?”
Io non voglio arrivare in punto di morte e dire la stessa cosa.
Voglio provarci, non avere rimpianti, esprimere ciò che sono senza paura, nonostante tutto che ho da perdere?